Il Parco del Rio Vallone si sviluppa lungo il torrente omonimo, formando un polmone verde in un territorio fortemente urbanizzato, a nord-est della cintura metropolitana di Milano. Morfologicamente il territorio è caratterizzato da rilievi morenici variamente incisi dal corso del torrente. Sono presenti diverse zone umide, sorte in vecchie cave
d'argilla, che favoriscono l'interscambio fra ecosistemi differenti, nonché
una discarica regionale esaurita, con un'estensione di circa 56 ettari,
dove sono già stati realizzati interventi di forestazione e recupero
ambientale. Gran parte del territorio è coperto da superfici agricole; lungo tutto il corso del Rio Vallone e più in generale sulle sponde dei corsi d'acqua, ove l'attività antropica è più difficile, la vegetazione è costituita quasi totalmente da robinia. Macchie sparse, boschetti e filari caratterizzano un patrimonio vegetale costituito da vitalba, biancospino, nocciolo e sanguinello. Le aree con essenze autoctone pregiate (farnia, castagno, acero campestre e carpino bianco) sono più rare. Fra queste il Boscone del Monti, quasi 10 ettari di querce. La fauna è sufficientemente diversificata, con alcune interessanti presenze, tra cui tredici specie di micromammiferi, comprendenti il moscardino e il topolino delle risaie, attualmente scarso nella Pianura Padana, tanto da essere proposto come specie di roditore da proteggere. Tra le specie di uccelli nidificanti si evidenzia la presenza dell'allocco, del picchio rosso, del gheppio e dell'ormai molto rara starna. Le zone umide non presentano particolari emergenze faunistiche, sia per l'artificialità delle sponde, sia per l'elevata quantità di trote e persici, che attuano una forte pressione predatoria nei confronti delle popolazioni di anfibi. All'interno del Parco si trovano edifici di valore architettonico come la Cascina Castellazzo, attraversata dal Rio Vallone, le cui origini risalgono all'epoca longobarda.
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