Le favole di Andersen
Le favole di Andersen sono note in tutto il mondo e sono
state tradotte in oltre 170 lingue. Molte di queste fiabe
hanno una base autobiografica o traggono spunto da esperienze
di vita vissute, altre hanno origine da racconti tradizionali
danesi.
Ad esempio La principessa sul pisello viene scritta
dopo uno screzio con Henriette Wulff, sua grande amica, che
gli ispirò anche Mignolina. La sirenetta
e I fidanzati nascono invece dagli infelici amori non
corrisposti dello scrittore.
Ma la favola dove meglio si individua Andersen è senz'altro
Il brutto anatroccolo: qui l'anatroccolo non viene
riconosciuto per quello che veramente è, un cigno,
ed è deriso e maltrattato da tutti gli altri animali.
Alla fine, però, la verità prevale e lui ottiene
il posto che le sue qualità gli riservano ("Che
importa se siamo nati in un pollaio, quando siamo usciti da
un uovo di cigno?"). E come Andersen, anche l'anatroccolo
nel momento del trionfo non si insuperbisce, "perché
un cuore buono non diventa mai superbo!" ed anzi esulta
nel cuore ("Tanta felicità non l'ho mai sognata,
quand'ero un brutto anatroccolo!").
Molte volte Andersen, prima di pubblicare una nuova favola,
era abituato a leggerla a un ristretto numero di bambini,
osservandone le reazioni e ascoltandone i commenti. Ciò
non deve però far credere che le favole di Andersen
siano lettura solo per i bimbi: esse infatti sono un'interessantissima
lettura anche per gli adulti.
Un'ultima annotazione sulle fiabe: a differenza di quello
che si potrebbe credere, solo sei delle favole di Andersen
iniziano con la classica formula "C'era una volta...".
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